19 Marzo 2024
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La Storia

Storia della Casa di Riposo Emilio Reda

Una casa di riposo in Valle Mosso per anziani soli e poveri, era stato fin dal suo ingresso in Parrocchia come Arciprete (1906) il sogno e la speranza di Don Giovanni Ramella.
L’evento che diede concretezza a questa speranza si realizzò il 27 Febbraio 1935 quando, nella sua casa in frazione Robiolio, decedeva il Cav. Emilio Reda.
Suo figlio, il Cav. Silvio Reda, pochi giorni dopo si presentava dall’Arciprete dicendogli essere sua intenzione voler onorare la memoria di Suo Padre con un’opera duratura e di vera utilità per Valle Mosso.
Don Ramella manifestò il suo pensiero e propose la casa per anziani; l’idea piacque e fu fatta propria dal Cav. Silvio Reda. Se ne parlò e si diede avvio all’opera. Il Cav. Reda donò
la casa paterna affinché in essa fosse allestita quella che si chiamerà - Casa di Riposo Emilio Reda - .
Furono iniziati subito i lavori di sistemazione e di adattamento e verso la fine del 1936 si era pronti per accogliere i primi Residenti in numero di 12. L’inaugurazione avvenne il 14/11/1937.

Ampliamenti e variazioni: nella primavera del 1940 fu deciso il miglioramento della realtà esistente e di costruire un’ala nuova. I lavori furono speditamente avviati e conclusi e, pur conservando le linee dell’antica casa, tutto fu rinnovato e aggiornato. Il 22 Giugno 1941 si tenne l’inaugurazione del nuovo manufatto.
Nel 1954 fu abbattuta la ex casa notaio Robiolio donata dal Gr. Uff. Albinet Botto; il lavori terminarono nel Settembre 1956.
Il 21 Marzo 1957 ci fu il riconoscimento da parte dello Stato che erigeva la Casa di Riposo in Ente morale con Decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Fin dalle prime ore, vigili animatrici dell’opera furono le Suore di Sant’Eusebio di Vercelli e dal 1940 le Suore dell’Istituto Piccole Figlie di San Giuseppe di Verona che, prima da sole e poi coadiuvate da personale laico, hanno prestato con amore il prezioso servizio a favore dei Residenti fino al 30 giugno 2006. Attualmente i Residenti sono 43.
Ancora una volta, nei suoi 70 anni di esistenza, la Casa di Riposo Emilio Reda richiama l’attenzione dei Valmossesi: grazie al generoso lascito Robiolio che per volontà unanime dei fratelli Remo, Carlo e Itala doveva essere totalmente devoluto alla Casa Reda, per merito del quale, il giorno 8 Giugno 1996, si inaugura il nuovo padiglione che completa e ammoderna ulteriormente questa importante realtà.
Attingendo alle stesse risorse ed anche grazie al contributo di alcune fondazioni benefiche,nel corso del 2004 è stato possibile ristrutturare ulteriori 5 camere e creare la nuova infermeria. Nel secondo semestre 2006 sono iniziati gli ultimi lavori di ristrutturazione, che hanno permesso, entro la fine del 2007, la sistemazione di tutti i locali, ed un miglioramento della qualità dei servizi e della vita di tutti i Residenti. Inoltre, nel corso del 2011, grazie al contributo della Fondazione della C.R.T., è stato possibile realizzare una nuova camera con bagno al terzo pianoed una al primo piano, portando quindi a 12 i posti in RA e a 62 i posti totali della struttura; i rimanenti 50 posti sono destinati a persone non autosufficienti, rispettivamente 20 RAF e 30 RSA, tutti fruibili in convenzione con l’ASL. Successivamente nell’anno 2013 è stata trasferita l’infrmeria del 1° piano al piano seminterrato realizzando così un’ulteriore camera da due posti in RA, elevando pertanto i posti in RA a 12.

Attualmente la struttura è così composta:
-12 posti RA (ospiti autosufficienti o parziali)
-30 posti RSA (ospiti non autosufficienti di tutti i livelli assistenziali)
-20 posti RAF (ospiti non autosufficienti) in regime transitorio in trasformazione in RSA


Oggi: la Casa di Riposo, nata dalla consonanza dei cuori di Mons. Ramella e del Cav. Silvio Reda e sostenuta dall’impegno dei vari Presidenti e Amministratori succedutisi nel tempo e che hanno operato sempre con grande disinteresse personale e solo in vista del bene comune, continua ad essere al centro dell’attenzione della popolazione e di tutti gli organi sociali aderenti all’attività svolta, perché come giustamente è stato scritto, due sono le dimostrazioni vere del livello civile di un popolo: la cura e il rispetto per l’infanzia, la venerazione e l’assistenza per gli anziani.

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